L’allattamento al seno è il modo normale di fornire ai bambini le sostanze nutritive di cui hanno bisogno per la crescita e il sano sviluppo psico-fisico. Praticamente tutte le madri possono allattare, a condizione che abbiano informazioni accurate, il sostegno della famiglia, del sistema sanitario e della società in generale.
Il colostro, il latte materno giallino e denso prodotto alla fine della gravidanza, è raccomandato dall’Oms come il cibo perfetto per il neonato. La sua somministrazione deve iniziare entro la prima ora dopo la nascita.
L’allattamento al seno è raccomandato fino ai sei mesi di età; l’allattamento al seno continuato con il complemento di altri adeguati alimenti fino a due anni di età e oltre.
A dirlo è l’ OMS, agenzia Mondiale Onu per la salute.
Fondata nel 1946 ed entrata in funzione nel 1948, con sede a Ginevra, l’Oms lavora con l’obiettivo statutario del raggiungimento da parte di tutte le popolazioni del mondo del livello più alto possibile di salute, definita nella costituzione non solo come assenza di malattie, ma come condizione di completo benessere fisico, mentale e sociale.
1. Allattamento esclusivo per i primi sei mesi
Dopo i sei mesi, cibi solidi, come puree di frutta e verdura, dovrebbero essere introdotti per completare l’allattamento al seno fino a due anni.
Inoltre:
- l’allattamento al seno dovrebbe iniziare entro un’ora dalla nascita
- l’allattamento al seno dovrebbe avvenire a richiesta del bambino, tutte le volte che vuole, giorno e notte
- biberon o ciucci dovrebbero essere evitati.
2. I benefici per la salute per i neonati
Il latte materno è l’alimento ideale per neonati e lattanti. Dà ai bambini tutti i nutrienti di cui hanno bisogno per un sano sviluppo. È sicuro e contiene anticorpi che aiutano a proteggere i bambini da malattie infantili comuni come la diarrea e la polmonite, le due cause primarie di mortalità infantile in tutto il mondo. Il latte materno è facilmente disponibile e accessibile, il che aiuta a garantire che i bambini ottengano sempre una nutrizione adeguata.
3. I vantaggi per le mamme
L’allattamento al seno è benefico anche per le madri. L’allattamento esclusivo è associato a un naturale metodo di controllo delle nascite (98% di protezione nei primi sei mesi dopo la nascita). Riduce i rischi di cancro al seno e alle ovaie, il diabete di tipo II, e la depressione post-partum.
4. I benefici a lungo termine per i bambini
Al di là dei benefici immediati per i bambini, l’allattamento al seno contribuisce a una vita di buona salute dei futuri adulti. Gli adolescenti e gli adulti che sono stati allattati al seno da bambini hanno meno probabilità di essere in sovrappeso o obesi. Hanno meno probabilità di avere il diabete di tipo II e prestazioni migliori nei test di intelligenza.
5. Perché non latte artificiale
Il latte artificiale non contiene gli anticorpi presenti nel latte materno. I benefici a lungo termine di allattamento al seno per le madri ed i bambini non possono essere replicati con latte artificiale. Quando il latte artificiale non è adeguatamente preparato, ci sono rischi derivanti dall’uso di acqua non potabile e strumenti non sterilizzati, dalla potenziale presenza di batteri nel latte in polvere. La malnutrizione può derivare da un eccesso di diluizione della formula per “allungarla” eccessivamente e far durare di più il latte in polvere. Mentre poppate frequenti mantengono la produzione di latte dal seno, se si comincia a utilizzare il latte artificiale e poi diventa non più disponibile, il ritorno al seno potrebbe non essere più un’opzione a causa della produzione di latte materno diminuita.
6. Il supporto per le madri è essenziale
L’allattamento al seno deve essere insegnato, e molte donne incontrano difficoltà all’inizio. Molte pratiche di routine, come la separazione della madre e del bambino, l’uso di asili nido appena nati, e la supplementazione con latte artificiale, in realtà rendono più difficile per le madri e i neonati allattare al seno. Le strutture sanitarie che supportano l’allattamento al seno, evitando queste pratiche, dovrebbero fornire consulenti per le neo mamme e incoraggiare più alti tassi di pratica. Per fornire questo supporto e migliorare la cura per le madri e i neonati, ci sono servizi in circa 152 paesi grazie all’iniziativa Who-Unicef Baby-friendly Hospital Initiative.
7. Lavoro e allattamento al seno
Molte madri che tornano a lavorare abbandonano l’allattamento al seno parzialmente o completamente, perché non hanno il tempo sufficiente o un luogo per allattare al seno, estrarre e conservare il loro latte. Le madri hanno bisogno di un posto sicuro, pulito e privato nella zona del loro posto di lavoro per continuare l’allattamento al seno. In questo senso possono essere d’aiuto permessi di maternità e ferie pagate, forme di lavoro part-time, asili nido, strutture in loco per conservare il latte materno.
8. Il passo successivo: la fase degli alimenti solidi
Per soddisfare le crescenti esigenze dei bambini a sei mesi di età, i cibi solidi in purea dovrebbero essere introdotti come complemento all’allattamento al seno. Alimenti per il bambino possono essere appositamente preparati o modificati da pasti in famiglia.
L’Oms rileva che:
- l’allattamento al seno non deve essere ridotto quando si inizia su solidi
- il cibo deve essere somministrato con un cucchiaio o una ciotolina, non in una bottiglia
- il cibo deve essere pulito e sicuro
- un ampio margine di tempo deve essere concesso ai bambini per imparare a mangiare cibi solidi.
I dieci passi Unicef-Oms per gli Ospedali amici dei bambini
Dalla teoria alla pratica, sul campo: l’Oms ha scritto insieme con l’Unicef un decalogo di misure pratiche che ogni struttura sanitaria — in tutto il mondo — può e deve dimostrare di rispettare prima di poter essere riconosciuta
“Ospedale Amico dei Bambini”.
- Definire un protocollo scritto per l’allattamento al seno da far conoscere a tutto il personale sanitario
- Preparare tutto il personale sanitario per attuare compiutamente questo protocollo
- Informare tutte le donne in gravidanza dei vantaggi e dei metodi di realizzazione dell’allattamento al seno
- Mettere i neonati in contatto pelle a pelle con la madre immediatamente dopo la nascita per almeno un’ora e incoraggiare le madri a comprendere quando il neonato è pronto per poppare, offrendo aiuto se necessario.
- Mostrare alle madri come allattare e come mantenere la secrezione lattea anche nel caso in cui vengano separate dai neonati
- Non somministrare ai neonati alimenti o liquidi diversi dal latte materno, tranne che su precisa prescrizione medica
- Sistemare il neonato nella stessa stanza della madre (rooming-in), in modo che trascorrano insieme ventiquattr’ore su ventiquattro durante la permanenza in ospedale
- Incoraggiare l’allattamento al seno a richiesta tutte le volte che il neonato sollecita nutrimento
- Non dare tettarelle artificiali o succhiotti ai neonati durante il periodo dell’allattamento
- Promuovere la collaborazione tra il personale della struttura, il territorio, i gruppi di sostegno e la comunità locale per creare reti di sostegno a cui indirizzare le madri alla dimissione dall’ospedale.
Altro punto da non dimenticare
Durante la poppata la mamma si rilassa, il suo corpo libera endorfine, può perdere la cognizione del tempo, il cervello razionale si riposa e lei magari si assopisce e si addormenta insieme al suo bambino. Non è un caso se gli ormoni dell’allattamento sono la prolattina e l’ossitocina: la prima stimola il seno a produrre latte, ma è anche responsabile dei comportamenti di accudimento verso la prole, la seconda consente la fuoriuscita del latte dal seno, ma è anche l’ormone dell’amore.
Detto questo…
NON È TUTTO ORO QUELLO CHE LUCCICA!!!
Per quanto l’allattamento al seno sia una cosa naturale e istintiva, la donna- neo mamma può incorrere ad imprevisti o quell i fin troppo noti e temuti inconvenienti.
Non sempre però allattare è semplice.
Quanti racconti si sentono di allattamenti non riusciti? Moltissimi, infatti la percentuale di mamme che riescono ad allattare fino allo svezzamento (6 mesi) è ancora molto lontana da quel che ci si potrebbe aspettare. Le ragioni possono essere le più svariate:
“Non ho avuto la montata…”
“Avevo poco latte…”
“Il mio latte era poco nutriente…”
“Il mio latte non bastava al mio bambino…”
“Il mio bambino non si attaccava al seno…”
“Il mio bambino a 3 mesi ha iniziato a fare sciopero e a non mangiare…”
“Il mio bambino non voleva il mio latte…”
“Il mio bambino soffriva di reflusso…”
“Il mio bambino è stato ricoverato in ospedale…”
“Mi sono venute le ragadi e non guarivano…”
“Ho avuto un ingorgo…”
“Mi è venuta la mastite…”
“Ho il capezzolo invertito e mi hanno detto che non posso allattare…”
“Dovevo prendere il farmaco X e quindi dovevo buttar via il mio latte…”
“Il mio bambino non cresceva abbastanza, allora mi hanno prescritto l’aggiunta e la doppia pesata…”
“A 3 mesi sono dovuta tornare a lavorare…”
“Il mio bambino prendeva il seno come vizio…”
Queste mamme hanno sbagliato? Assolutamente no, non devono sentirsi in colpa, né giudicate.
Esiste ahimè sempre un denominatore comune, un’unica causa che porta le mamme che vorrebbero allattare a non realizzare questo loro desiderio: la mancanza di sostegno.
Cos’è utile o inutile quindi?
È inutile:
- preparare il capezzolo frizionandolo con guanti o asciugamani → ci sono già i tubercoli di Montgomery che producono delle secrezioni che idratano il capezzolo
- comprare creme e prodotto anti ragadi → l’unica prevenzione delle ragadi è il corretto attacco del bambino
- comprare paracapezzoli → non consentono una suzione efficace al bambino
- coppette assorbi-latte → possono essere tranquillamente sostituite da fazzoletti di cotone o dal bambino che poppa o il latte in eccedenza può essere conservato dalla mamma oppure donato
- tiralatte → non sempre serve o è efficace, dipende dalle necessità della mamma, bisognerà quindi valutare sul momento se è utile, quale modello, quale taglia di coppa e il corretto uso (esistono anche le ragadi causate dal tiralatte)
- comprare fantomatici integratori per aumentare la produzione di latte → l’unica cosa necessaria e indispensabile per aumentare il latte è stimolare di più il seno (bambino, spremitura, ecc)
- comprare biberon, ciuccio, latte artificiale → l’uso del biberon e ciuccio prima dei 2 mesi di vita del bambino interferisce con la sua capacità di suzione al seno, ergo si attaccherà più facilmente in modo scorretto, causando ragadi alla mamma, la poppata sarà meno efficace, mangerà di meno, prenderà poco peso, allora via con l’aggiunta, il seno sarà stimolato meno e quindi produrrà meno latte.
È utile:
- risparmiare i soldi di tanti acquisti inutili (possono esser spesi meglio)
- farsi seguire da un’ostetrica in gravidanza, con la quale parlare in modo approfondito anche di allattamento al seno e dei bisogni del neonato
- se non si è seguite dall’ostetrica, può essere comunque utile fare una visita con lei intorno alle 32-34 settimane per avere informazioni corrette sull’allattamento, su come avviarlo, come affrontare i piccoli intoppi che ci possono essere, cosa fare in caso di capezzolo piatto o invertito, come fare la spremitura manuale del seno e quando può esser utile
Per questo, per le mamme fiorentine, vi consiglio di contattare mammeamiche https://www.mammeamiche.org/ dove poter condividere esperienze e porre i dubbi in tema allattameno e non solo.
Altro link interessante:
Baby pit stop dove poter allattare e cambiare in tranquillità il vorsto bambino, a Firenze e…nel mondo!
Concludo dicendo che ogni mamma sa quale è il meglio per sé e per il suo cucciolo. Là dove una madre sentirà la necessità di smettere o di non allattare al seno il proprio piccolo, avrà comunque fatto la scelta giusta!
L’importante – nell’allattamento così come in ogni fase della crescita del proprio bambino – è che la mamma sia supportata e aiutata affinché le sue siano sempre SCELTE CONSAPEVOLI!